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Lo snob spiegato da Gaetano Cappelli

Quanti significati assume un termine, da quando esso viene coniato fino all’uso contemporaneo? Può, quel termine, essere stravolto al punto da assumere un significato addirittura opposto a quello originario (enantiosemia)?

Se il termine è snob, le risposte a queste – e ad altre domande – le troviamo nel breve e acuto trattato di Gaetano Cappelli, Lo snob nella società dello snobismo di massa, edito da Oligo Editore (2022).

 

Un pamphlet che traccia l’intero percorso che il termine snob ha attraversato da quando, verso la metà del XVIII secolo, alcuni studenti di Cambridge iniziarono ad usarlo per indicare quanti, estranei al loro gruppo, venivano da loro emarginati con altezzoso disprezzo.

 

Un vero e proprio viaggio sociale, letterario e storico, che accompagna il lettore – con punte di sarcasmo che sbeffeggiano certi snob moderni – tra scrittori affermati, avventori social, moderni snob e grotteschi emuli.

E ancora, l’intersecarsi di quel termine con la cancel culture, i radical chic, il fanatismo del Me Too, le riflessioni di William Thackeray, di John Ian Russel, e perfino di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Tutti ingredienti piacevolmente mischiati dalla penna di Gaetano Cappelli, che non manca di sferzare stoccate di gusto – ai limiti dello snobismo (!) – a personaggi contemporanei altezzosi, ridicolmente (e ingiustificatamente) snob.

 

Dopo le prime pagine si delinea già un tratto dello snob: le sue abitudini, l’abbigliamento, gli accessori, l’atteggiamento a tavola. Poi, le considerazioni dell’autore invitano a riflettere sui tempi moderni, sul significato percepito del termine: è una connotazione positiva o negativa essere definito snob?

«Perché – ci chiede l’autore fin dall’inizio – anche se difficilmente lo confessereste, non vi dispiace affatto sentir accompagnare il vostro nome a quell’elegante puntuto epiteto?».

Il lettore potrà farsene un’idea definitiva alla fine, quando Cappelli – dopo un’analisi su come i social network hanno impattato sull’argomento – ci indica le tre definizioni che quella parola assume oggi, lasciando il lettore libero di identificarsi o meno con lo snob di primo, secondo e terzo tipo.

 

Un volumetto denso, ricco di riferimenti e di testimonianze letterarie. Un trattatello che tutti, snob o meno, dovrebbero leggere.

I primi per appagare il proprio ego quali protagonisti di un testo a loro dedicato – con licenza, poi, di snobbarlo.

I secondi, per assimilare le caratteristiche sociali e i tratti estetici di uno snob, così da riconoscerlo ed (illudersi di) evitarlo.

 


Gaetano Cappelli, scrittore italiano con alle spalle una copiosa produzione letteraria. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Floppy disk (Marsilio, 1988); Volare basso (Marsilio, 2009), Il primo (Marsilio, 2005), Storia controversa dell’inarrestabile fortuna del vino Aglianico nel mondo (Marsilio, 2007), tradotto in Francia e, grazie al quale, è divenuto Chevalier de la Confrérie du Tastevin di Borgogna, onore riservato a pochi eletti beoni, tra cui Norman Rockwell e Winston Churchill. E poi, Parenti lontani (Marsilio, 2009), Premio Internazionale John Fante, e La vedova, il Santo e il segreto del Pacchero estremo (Marsilio, 2012), Premio Hemingway. Ancora Scambi, equivoci eppiù torbidi inganni (Marsilio, 2015), e Una medium, due bovary e il mistero di Bocca di Lupo (Marsilio, 2016). Infine, Quanto sei cool. Piccola guida ai capricci del gusto (Sonzogno, 2017) e, da giugno, in libreria con Lo snob nella società dello snobismo di massa (Oligo Editore, 2022).


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