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Cultura come responsabilità

Ieri è stata una serata bellissima. Intensa e proficua come poche durante questo isolamento da quarantena. Intensa perché in poco meno di tre ore ho avuto il piacere di confrontarmi – con i mezzi che il coronavirus ci ha imposto – con persone di tutta Italia. Proficua perché ognuna di loro ha dato un contributo che mi ha permesso di riflettere sul tema della lettura e su quello più ampio della cultura.

 

Ho trascorso, infatti, la serata con gli allievi e parte del corpo docente del Master CIBA, organizzato dall’Associazione culturale Eraclito 2000. Il tema – se vogliamo – era semplice, rilassante e adatto all’attuale condizione domestica: “quel che bevo, quel che leggo”. Formula intuibile. Descrivere la bevanda che ci stavamo gustando in diretta e condividere un libro che ci ha segnato e stimolato, citandone, se possibile, un passo.

 

Non farò l’elenco dei libri consigliati. Ogni partecipante ha addotto delle motivazioni interessantissime al titolo proposto e un mero elenco non renderebbe merito al valore che ognuno ha trasmesso con la propria scelta. Dirò invece quanto mi è rimasto di quella serata – che ho avuto il piacere e l'onore di introdurre – e, in particolare, la frase che mi frulla in testa da ieri sera, che nessuno ha pronunciato, ma che mi è affiorata in maniera naturale una volta terminata la conferenza: la cultura come responsabilità.

 

In fondo questo ci siamo detti. Ci siamo detti che la cultura è quello che ciascuno di noi ha incamerato nella sua vita – studi, nozioni, esperienze. Ma anche quello che ci rimane quando abbiamo dimenticato tutto quello che ci hanno insegnato. La cultura è la tradizione di un popolo, il valore tramandato dai padri, dai nonni e dai loro padri e nonni. La cultura è incontrare personalmente Luis Sepúlveda e conservarne il ricordo indelebile, nonostante il tempo e nonostante non sia più tra noi. La cultura è conoscere la storia della propria terra, anche quella peggiore, e da lì ripartire per costruire un mondo migliore, con valori, principi e sacrificio.

 

Ma al di là delle definizioni e delle rispettive argomentazioni a supporto, se la cultura è questo, se la lettura ci arricchisce, se il confronto è fonte di sviluppo, allora ognuno deve sentirsi responsabile del proprio valore culturale e impegnarsi a trasmetterlo agli altri. Di più. Ognuno di noi deve anche pretendere che gli altri condividano il loro percorso, le esperienze, i libri e, in sintesi, la loro personalità.

 

Ho percepito una condivisione di idee e valori ai quali ognuno di noi è giunto attraverso percorsi, letture e scelte diverse. E questo è il messaggio più bello che mi porto dentro, assieme ad un elenco di libri che leggerò sicuramente, sperando di tornare a confrontarmi proprio con chi me li ha consigliati e, domani, consigliarli a mia volta.

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