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Di cosa ci lamentiamo?

Monta la polemica e, per certi versi, l’indignazione da parte degli esponenti del Partito Democratico, che hanno finalmente capito a quale Governo poter fare opposizione.

Ci sono voluti sessanta giorni per trovare una intesa di governo – su cui, per la verità, Lega e Movimento 5 Stelle stanno ancora lavorando – ed, effettivamente, non sono pochi. È vero anche che l’attuale legge elettorale non ha favorito il processo per la nascita di una maggioranza parlamentare. Legge elettorale – vale la pena ricordarlo – proposta proprio dal Partito Democratico, a firma di uno dei suoi esponenti di punta, Ettore Rosato, che oggi si indigna dei frutti del suo operato.

 

Qual era l’obiettivo di questa legge?

A sentire i deputati e senatori del PD è uno scandalo che i due partiti vincitori stiano lavorando ad un accordo/contratto: Orfini ha perfino usato l’aggettivo “ridicolo”, dimenticandosi che il suo partito ha governato per anni grazie ad una innaturale intesa con Alfano, Verdini & co., che mai, lo stesso Orfini, ha criticato con altrettanta disapprovazione.

La natura stessa di questa legge elettorale, del resto, sembra avere l’obiettivo di non garantire a nessun partito un premio di maggioranza – salvo raggiungere una soglia di consensi talmente alta (40%) che, in un’Italia tripolare, non è ipotizzabile.

 

E dunque, qual è lo scandalo?

Nelle democrazie rappresentative è così che funziona. I cittadini hanno scelto, col loro voto, i loro rappresentanti. Questi hanno il dovere di trovare il modo migliore per realizzare quelle promesse – e sono tante – fatte durante la trascorsa campagna elettorale.

L’impresa è ardua. I vincitori hanno diversi punti in comune, ma anche differenti visioni su alcuni aspetti importanti per il Paese. La sintesi dovrà permettere di realizzare quantomeno le principali proposte condivise, altrimenti sarà fallimento per entrambi. In ogni caso, alle prossime elezioni, saranno gli elettori a giudicare l’operato dei loro “delegati”, attraverso l’esercizio del voto.

 

L’ex-segretario PD Matteo Renzi ha dichiarato pochi giorni fa, riferendosi a Lega e Movimento 5 Stelle: “hanno vinto, trovino un accordo e governino, se ci riescono”. A quanto pare ci sono riusciti e, ancora una volta, l’ormai ex enfant prodige della politica italiana sembra aver adottato l’ennesima strategia inconcludente, consapevole, forse, che l’unico modo che ha per non annientare quel che rimane del Partito Democratico è una opposizione che permetta di recuperare se non tutti, almeno una parte dei consensi persi. Si ricordi, però, il Partito Democratico, di non cadere nella trappola del populismo – come qualche suo esponente di spicco sembra aver iniziato a fare sui social – e, piuttosto, cominci a fare una sana autocritica che ponga le basi per recuperare una serietà di partito e una selezione della classe dirigente che – questo sì, in Italia – lo renderebbe unico e incomparabile.  

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Commenti: 2
  • #1

    Giancarlo (venerdì, 11 maggio 2018 21:54)

    Finalmente una voce di buonsenso; sulla massa di insulti agli italiani elettori alcuni copiati dal periodo berlusconiano dopo il fallimento della "Gioiosa macchina di Guerra " di Ochetto.

  • #2

    Primo Emendamento (sabato, 12 maggio 2018 01:20)

    Grazie Giancarlo per il tuo contributo.